Pizzoccheri
Quando si dice Valtellina il pensiero va ai pizzoccheri, piatto principe della cucina locale. La sua storia, e quella della coltivazione del grano saraceno, molto diffusa in valle, specialmente a Teglio, si perdono nel tempo. La “farina nera” ha condizionato le abitudini alimentari del territorio, per il suo impiego, oltre che nei pizzoccheri, anche in altri piatti tipici della Valtellina come gli sciatt, la polenta taragna e chisciöi. I pizzoccheri, più di tutti, risultano un piatto abituale nelle famiglie, anche per la rapidità con cui le donne li hanno sempre saputi preparare. Unendo alla farina di saraceno una parte di farina bianca, si forma un impasto elastico da cui, una volta steso, si ricavano delle tagliatelle grossolane, cotte con patate a tocchetti e verze (in inverno) o coste (prevalentemente in estate).
Scolati con un grande mestolo bucato, vengono man mano coperti con formaggio locale a scaglie, di due tipi, uno più giovane e morbido ed uno più stagionato e saporito. Infine, vengono conditi con la “sferzata” di burro, possibilmente d’alpe, fuso e aglio. Ma non stupisca che quest’ultimo, specialmente alle tavole di casa, possa essere sostituito con cipolla o salvia. La qualità del grano, la sua macinatura, la “mano” di chi taglia, così come la scelta di formaggio e burro nostrani sono garanzia di un piatto ricco e succulento, ovviamente da abbinare ad un vino di Valtellina.